Riportiamo questo celebre passo tratto dalla Metafisica di Aristotele sull'origine della filosofia:
Gli
uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della
meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle
difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a
porsi problemi sempre maggiori: per esempio i problemi riguardanti i fenomeni
della luna e quelli del sole e degli altri astri, o i problemi riguardanti la
generazione dell'intero universo.
Chi prova un senso di dubbio e di
meraviglia riconosce di non sapere; ed è per questo che anche colui che ama il
mito è, in certo qual modo, filosofo: il mito, infatti, è costituito da un
insieme di cose che destano meraviglia. Cosicchè, se gli uomini hanno
filosofato per liberarsi dall'ignoranza, è evidente che ricercano il conoscere
solo al fine di sapere e non per conseguire qualche utilità pratica. E il modo
stesso in cui si sono svolti i fatti lo dimostra: quando già c'era pressochè
tutto ciò che necessitava alla vita ed anche all'agiatezza ed al benessere,
allora si incominciò a ricercare questa forma di conoscenza. E' evidente,
dunque, che noi non la ricerchiamo per nessun vantaggio che sia estraneo ad
essa; e, anzi, è evidente che, come diciamo uomo libero colui che è fine a se
stesso e non è asservito ad altri, così questa sola, tra tutte le altre
scienze, la diciamo libera: essa sola, infatti, è fine a se stessa.
(Aristotele, Metafisica I,2,982b)
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